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Il Culture Summit Abu Dhabi, con dibattiti, arte e innovazione, indaga l’interazione tra cultura e tempo, promuovendo soluzioni creative per una comprensione globale e armonia culturale.

Il Culture Summit Abu Dhabi ha inaugurato ieri la sua nuova edizione nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, presentando un’agenda densa di discorsi programmatici, conversazioni creative, dibattiti e performance artistiche. Centrato sul tema “Una questione di Tempo“, l’evento di tre giorni si propone di indagare l’influenza della cultura nella costruzione di memorie condivise e di sfidare la percezione convenzionale del tempo come sequenza lineare.

Ogni giorno, il programma del Summit seguirà un sottotema specifico per analizzare come la nostra relazione con il tempo stia evolvendo, esaminare le sfide che questa evoluzione rappresenta per il settore culturale e creativo, e fornire soluzioni mirate ed efficaci. L’agenda prevederà discorsi programmatici, sessioni plenarie, tavole rotonde, conversazioni con artisti, workshop su casi di studio,, performance culturali e una mostra d’arte visiva.

Mohamed Al-Mubarak, a capo del Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi (DCT Abu Dhabi), ha aperto il summit sottolineando l’importanza di riflettere sul tempo e sulla cultura. Ha messo in luce come il summit non si limiti a un confronto retorico, ma miri a identificare soluzioni concrete per affrontare le problematiche globali attraverso la cultura. Secondo Al-Mubarak, raggiungere un’intesa culturale globale è fondamentale per costruire un mondo basato sulla comprensione reciproca e sull’armonia.

Il summit vede la partecipazione di personalità influenti come il poeta e filosofo siriano Adonis, che ha offerto una prospettiva critica sui rischi dell’era tecnologica moderna. Adonis ha messo in guardia contro l’eccessiva dipendenza dalla tecnologia, sostenendo che, sebbene la tecnologia possa offrire strumenti utili, non dovrebbe sopraffare la nostra natura creativa e umana. Ha enfatizzato l’importanza di vivere in armonia con la propria creatività come fonte di innovazione continua.

I principali partner globali dell’evento includono l’UNESCO, Economist Impact, il Design Museum, Google, il Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation e la Recording Academy.

Organizzato dal DCT Abu Dhabi, il Culture Summit Abu Dhabi si conferma un evento chiave per professionisti e appassionati del settore culturale, offrendo una piattaforma internazionale per il dialogo, la scoperta e l’innovazione nel vasto campo della cultura. Con il suo impegno nel promuovere la comprensione e l’apprezzamento tra diverse culture, il summit si propone come un catalizzatore per il cambiamento positivo e la crescita culturale globale.

La Dubai Fashion Week si conclude oggi, segnando un’era nuova per la moda con un focus unico su sostenibilità e creatività, dove l’innovazione si fonde con la tradizione.

Nel cuore dell’opulenza di Dubai, la Dubai Fashion Week 2023 si è distinta non solo come un evento di glamour, ma come un manifesto vivente della sostenibilità nella moda. Concludendosi il 15 ottobre, l’evento ha segnato un punto di svolta, fondendo con maestria l’avanguardia dell’innovazione con il rispetto per le tradizioni e l’ambiente, posizionando Dubai come epicentro di un movimento che reinventa l’alta moda sotto l’egida della responsabilità ambientale.

Il palcoscenico di quest’anno ha visto brillare oltre 25 stilisti internazionali, provenienti da più di 12 nazioni, uniti da una visione comune: trasformare il settore della moda in un esempio di sostenibilità. L’apertura da parte della stilista Pipatchara, che ha utilizzato materiali riciclati per creare capolavori di alta moda, ha inviato un messaggio potente sull’importanza di riconsiderare ciò che tradizionalmente si considera scarto, rivelando la bellezza insita nella rigenerazione e nell’innovazione.

Jacob Abrian, fondatore e CEO del Consiglio della Moda Araba, ha sottolineato: “La sostenibilità è una nostra metrica fondamentale”, evidenziando l’impegno dell’evento a promuovere pratiche di moda etiche ed ecologiche. Questo approccio è ancor più significativo alla luce della prossima COP28, con gli Emirati Arabi Uniti pronti a ospitare la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, enfatizzando il ruolo chiave che Dubai intende giocare nel connubio tra moda e sostenibilità.

Marchi come The Giving Movement, Emergency Room e Mrs Keepa hanno dimostrato che la moda sostenibile rappresenta una necessità più che una tendenza, offrendo collezioni che sono al tempo stesso innovative e rispettose dell’ambiente. Anche icone della moda come Carolina Herrera e la presenza straordinaria di Naomi Campbell hanno arricchito l’evento, dimostrando che eleganza e responsabilità possono coesistere armoniosamente.

La Dubai Fashion Week 2023 va oltre la semplice presentazione di abiti e accessori; è un’appassionata dichiarazione di intenti per un futuro della moda che sia luminoso quanto sostenibile. Con gli occhi del mondo rivolti verso la COP28 e oltre, Dubai ha già iniziato a delineare il percorso verso un domani in cui moda e sostenibilità si fondono in un legame indissolubile, ribadendo il suo ruolo di pioniere in un’industria in rapida evoluzione.

La disputa tra Marocco e Algeria sull’origine del caftano, abito tradizionale. L’Algeria ha sottoposto un dossier all’ONU per il riconoscimento del caftano come patrimonio culturale, che include un’immagine del caftano marocchino, causando l’indignazione del Marocco e l’avvio di una petizione online contro l’uso improprio dell’immagine.

L’escalation culturale tra Marocco e Algeria si sta intensificando, con una controversia riguardante l’identità del tradizionale caftano, un abito femminile ricamato a fili d’oro, spesso indossato durante occasioni speciali. Questo indumento, ricco di storia e di tradizioni, è al centro di un conflitto per il riconoscimento come patrimonio culturale.

Il caftano, la cui origine viene rivendicata da entrambi i paesi, è attualmente oggetto di una disputa davanti all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). L’Algeria ha presentato un dossier all’ONU per ottenere il riconoscimento del caftano come patrimonio culturale. Tuttavia, si è scoperto che il dossier contiene l’immagine del caftano marocchino, che ha le sue radici a Fes, in Marocco.

Questa situazione ha scatenato l’indignazione del Regno di Mohammed VI, che ha accusato l’Algeria di usurpazione. La notizia della controversia ha iniziato a circolare grazie all’account Twitter Radio Fanida, noto per promuovere la cultura marocchina. Questo incidente è diventato rapidamente il tema del giorno sui social media maghrebini, alimentando discussioni sulla competenza e l’integrità di chi ha preparato il dossier.

Gli esperti di broderie sostengono che il caftano e il broccato di Fes provengono dalla tradizione ebraico-marocchina. Questi elementi del patrimonio culturale marocchino sono stati registrati presso l’UNESCO a nome del Marocco già dal 2022. Tuttavia, l’Algeria sostiene che la tradizione del caftano sia nata nel paese come derivazione della cultura ottomana e che solo nel XIX secolo, dopo molte modifiche di stile, questa tecnica di creazione degli abiti sia stata trasferita a Fes da artigiani algerini in fuga dalla colonizzazione francese.

La verità rimane incerta. Il Marocco ha ufficialmente presentato il dossier del caftano all’ONU due mesi fa, mirando a un riconoscimento nel 2025, in linea con il rigoroso protocollo UNESCO che prevede una proposta ogni due anni.

Nel frattempo, è stata lanciata una petizione online per protestare contro l’uso improprio dell’immagine del “caftano della città di Fes” nel dossier del patrimonio algerino all’UNESCO.

Il contenzioso tra Marocco e Algeria, che va oltre il caftano e include il couscous mediterraneo e lo zellije, il tradizionale mosaico marocchino, mette in luce l’intreccio complesso delle identità culturali nella regione del Maghreb. La storia non è mai semplice e le questioni di patrimonio e identità possono diventare terreno di battaglia per le rivalità nazionali.

L’artigianato marocchino, con i suoi motivi affascinanti e le sue tradizioni millenarie, è la fonte d’ispirazione dell’ultima collezione di Romeo Couture. Con un occhio attento alla ricchezza del patrimonio culturale del Marocco, Romeo Couture ha creato capi unici che celebrano e rendono omaggio a queste meraviglie.

I motivi del mosaico, con i loro intricati disegni geometrici, si fondono armoniosamente con lo zellige, una forma di decorazione a mosaico tradizionale. I tappeti berberi, con la loro maestria tessile e i colori vibranti, hanno ispirato texture e pattern unici. I gioielli tradizionali indossati dalle spose marocchine, con la loro eleganza e raffinatezza, hanno influito sulla scelta di materiali pregiati e dettagli ornamentali.

Ma Romeo Couture va oltre il semplice omaggio all’artigianato marocchino: desidera ribadire il valore e l’importanza di queste creazioni come un autentico tesoro nazionale. L’artigianato marocchino rappresenta un’eccellenza unica, un sapere fare che va preservato e valorizzato. Romeo Couture vuole sottolineare che queste meraviglie non dovrebbero mai essere banalizzate, ma considerate come opere d’arte in sé, testimoni di una tradizione millenaria.

La nuova collezione è un inno all’artigianato e all’abilità manuale. Ricami intricati, lavorazioni di taasabmaalem e sfifa, tutte queste tecniche realizzate con cura dalle abili mani dei maestri artigiani, trasformano i capi di abbigliamento in autentiche opere d’arte, un simbolo tangibile del patrimonio culturale e dell’identità del Marocco.

La maison Romeo Couture si dice un’ammiratrice della femminilità e della grazia che il kaftan conferisce alle donne. Attraverso il suo lavoro, intende esaltare la bellezza e l’eleganza femminile, facendo sì che ogni donna si senta speciale e valorizzata indossando i suoi capi. La casa di moda trae ispirazione quotidiana da ciò che lo circonda e ha trovato nell’artigianato marocchino e nella donna stessa l’essenza perfetta per questa nuova collezione.

La collezione di Romeo Couture è, dunque, molto più di una semplice esposizione di moda. È un tributo all’artigianato marocchino e alla ricca eredità culturale del paese. Ogni capo racconta una storia, una tradizione tramandata di generazione in generazione, un connubio perfetto tra l’abilità artigianale e la bellezza femminile, che si elevano a vere e proprie opere d’arte da ammirare e indossare con orgoglio.

Imaan Hammam incanta nella nuova campagna globale di Tiffany & Co., accanto a Tyshawn Jones. Un incontro tra eleganza e innovazione, simbolo di legami indissolubili.

La modella olandese di ascendenza marocchina ed egiziana, Imaan Hammam, continua a lasciare il segno nel mondo della moda internazionale, questa volta come volto della nuova campagna globale di Tiffany & Co. Insieme allo skateboarder americano Tyshawn Jones, Hammam illumina lo schermo nell’ultimo video promozionale dedicato alla collezione “Lock” del prestigioso marchio di gioielli statunitense. Questa collaborazione segna un altro capitolo significativo nella carriera in rapida ascesa di Hammam, consolidando il suo status di top model di fama mondiale.

La carriera di Hammam è un percorso costellato di successi e riconoscimenti. Solo la settimana scorsa, ha fatto parlare di sé come protagonista della nuova campagna della designer di calzature Amina Muaddi, una talentuosa creatrice di origini giordano-rumene che è cresciuta in Italia. La campagna, immortalata dall’obiettivo del fotografo Dexter Navy e curata dallo stylist Jahleel Weaver, noto per essere consulente creativo di Rihanna, ha portato la troupe creativa fino al Cairo. Lì, Muaddi ha voluto rendere omaggio alle sue radici, esplorando e reinterpretando il concetto di femminilità nel contesto odierno.

Imaan Hammam si è affermata come una delle modelle più ricercate del momento. Scoperta nella sua adolescenza alla Centraal Station di Amsterdam, Hammam ha debuttato sulle passerelle internazionali nel 2013, camminando per Jean Paul Gaultier nella sua collezione couture. Da quel momento, la sua carriera ha preso il volo, con apparizioni per alcuni dei più grandi nomi della moda, tra cui Burberry, Fendi, Prada, Marc Jacobs, Moschino, Balenciaga, e Carolina Herrera, per citarne solo alcuni.

Non solo ha calcato le passerelle per i giganti dell’alta moda, ma è diventata anche un volto familiare sulle copertine di prestigiose pubblicazioni come Vogue e V Magazine, e protagonista di campagne internazionali per brand di alto profilo quali DKNY, Celine, Chanel, Versace, Givenchy, e Giorgio Armani. La sua poliedrica bellezza e il suo carisma le hanno permesso di attraversare con successo i confini della moda, diventando una musa ispiratrice per fotografi, stilisti e designer di tutto il mondo.

La collaborazione con Tiffany & Co. non fa che rafforzare il ruolo di Imaan Hammam come icona di stile e bellezza nel panorama della moda globale. La nuova campagna “Lock” riflette un mix di eleganza senza tempo e spirito contemporaneo, caratteristiche che Hammam incarna perfettamente. La sua capacità di trasmettere forza e delicatezza allo stesso tempo ne fa l’interprete ideale per presentare questa collezione all’avanguardia, progettata per simboleggiare legami indissolubili.

Imaan Hammam rappresenta una nuova generazione di modelle che non solo camminano sulle passerelle ma influenzano attivamente la cultura della moda e della bellezza, sottolineando l’importanza della diversità e dell’inclusività. Con ogni nuova campagna, sfilata e copertina, continua a definire e ridefinire cosa significhi essere una top model nel ventunesimo secolo, lasciando un’impronta indelebile nel mondo della moda.

La casa di moda di lusso Chanel porterà la sfilata Cruise 2021/22 a Dubai e prevede di metterla in scena il prossimo 2 novembre in una location ancora sconosciuta dell’Emirato.

La collezione grafica della direttrice creativa Virginie Viard è stata presentata per la prima volta in digitale a maggio. La presentazione ha avuto luogo nelle Carrières de Lumières, cava di calcare a Les Baux-de-Provence che solitamente offre spettacoli multimediali.

Viard ha prodotto una linea di abiti grafici, minigonne bianche e nere, calze a rete e cinture in pelle. La collezione è equilibrata con morbidi abiti in pizzo avorio, pantaloni di lino a vita alta e abiti con ricami floreali. In un comunicato, Viard ha elencato alcuni degli elementi della collezione: “Tante frange, in pelle, perline e paillettes, magliette con il volto della modella Lola Nicon come fosse una rock star, indossate con completi di tweed rifiniti da larghe trecce e Mary Jane d’argento”.

La collezione monocromatica ha tratto ispirazione dall’opera teatrale “Orfeo” di Jean Cocteau, che tratta temi di moralità, sacrificio e abilità artistica. Cocteau era amico di Coco Chanel e il suo film del 1960 “Testamento di Orfeo” è stato girato proprio a Carrières de Lumières.

Le collezioni Cruise vengono generalmente presentate a maggio e arrivano nei negozi a novembre, poco prima delle festività natalizie. Poiché gli spettacoli in crociera si svolgono in genere al di fuori del normale programma della settimana della moda, le etichette hanno più libertà creativa sul modo di mettere in scena dei loro spettacoli, che spesso si traduce nell’uso di luoghi esotici come sfondo per i vestiti glamour.

Non sarà la prima volta che Chanel mette in scena una sfilata Cruise a Dubai. Nel 2014, gli Emirati Arabi Uniti hanno ospitato lo spettacolo Cruise 2015 della casa di moda, durante il quale hanno sfilato modelle quali Lindsey Wixson, Binx Walton, Joan Smalls e Soo Joo Park.

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