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La Città eterna consolida la sua posizione di rilievo nella moda globale con Ensemble 2024, che celebra l’eccellenza sartoriale e promuove i talenti emergenti. Il tutto in una cornice affascinante e senza tempo

L’incanto della moda ha nuovamente illuminato Roma con la seconda edizione di Ensemble 2024, il prestigioso evento promosso da Roma Capitale e Regione Lazio. Un’occasione per riaffermare la storica vocazione della città per l’haute couture, riportando Roma al centro del panorama mondiale del fashion. Palazzo Braschi e Piazza del Campidoglio sono i suggestivi scenari della manifestazione, che offre un ricco programma di eventi dall’11 al 14 luglio. L’iniziativa è stata promossa da Alessandro Onorato, Assessore alla Moda, ai Grandi Eventi, al Turismo e allo Sport di Roma Capitale e da Roberta Angelilli, Vicepresidente della Regione Lazio e Assessore Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione. 

Una serata d’eccezione dedicata all’alta moda 

La serata di ieri, sabato 13 luglio, ha rappresentato il culmine di questa manifestazione con la Grande Soirée dell’alta moda. Alle 21:00, Piazza del Campidoglio è stata il palcoscenico di uno spettacolo mozzafiato, presentato da Eleonora Daniele e con la partecipazione straordinaria di Patty Pravo, che da icona di moda e diva della musica italiana ha regalato un’esibizione senza tempo. Passerella e luci hanno fatto da cornice a una sfilata di straordinaria bellezza, dove nove prestigiose maison hanno mostrato le loro creazioni.

Maison Gattinoni ha aperto la sfilata con le sue deità maschili e femminili, vestite da Guillermo Mariotto. Le creazioni hanno esplorato il confine tra moda e arte, enfatizzando il tema della sostenibilità, con abiti realizzati attraverso tecniche di upcycling e recycling.

Dopo Gattinoni, la passerella ha visto le creazioni di Camillo Bona, il cui omaggio alla donna moderna e dinamica ha preso forma in otto outfit per l’autunno/inverno 2024-25. Le sue creazioni in doppio crêpe di lana, lavorate a mano, hanno spaziato dal rosa al grigio, creando giochi di tagli e sfumature unici.

Franco Ciambella ha invece portato in scena un tributo alla Venere di Milo, con “Vestiti da sogno” dai colori vivaci e ricchi di lavorazioni in 3D. Oro, simbolo di eternità e sacralità, si è fuso con altre tonalità per rappresentare passione e forza vitale.

Nino Lettieri ha presentato una capsule di kaftani di lusso ispirata ai colori dell’isola di Capri, realizzati in chiffon e organza di seta, dimostrando la vera essenza dell’Alta Moda.

La collezione di Michele Miglionico per l’inverno 2024/25 ha esplorato l’essenziale attraverso simboli alchemici, con creazioni nei colori nero e oro che esaltano la tradizione sartoriale lucana.

Gianni Molaro ha dedicato la sua collezione “Noble Vanitè” a due donne forti come Tamara de Lempicka e Dalidà. Le proposte hanno incluso long dress in mikado e abiti in satin, impreziositi da perle, verde smeraldo e ciclamino.

Sabrina Persechino ha esplorato il tema dell’equilibrio con outfit lineari e geometrici, spaziando dal bianco al nero, passando per l’oro, in un insieme plastico di estremo fascino.

Jamal Taslaq ha unito Oriente e Occidente in una collezione di Alta Moda che ha fuso tradizione e innovazione, con abiti statuari e tessuti pregiati, arricchiti da intarsi in pelle e cristalli.

Gian Paolo Zuccarello ha presentato una collezione proiettata nel futuro, ispirata a Jeanne du Barry. I suoi outfit, realizzati con tessuti rigidi come mikado e taffettà di seta, hanno messo in risalto la sua sartorialità d’avanguardia.

I giovani designer illuminano Piazza del Campidoglio

Oggi Piazza del Campidoglio sarà nuovamente illuminata per dare spazio all’ultimo appuntamento di Ensemble 2024 e ai giovani designer delle accademie romane ABA, Accademia Koefia, Accademia Italiana, Accademia del Lusso e Accademia Maria Maiani. Circa cento studenti presenteranno 190 nuove creazioni, per dimostrare che il futuro della moda italiana è luminoso e promettente.

Ensemble 2024

Dubai si posiziona come centro globale per l’Intelligenza Artificiale, con obiettivi ambiziosi a brevissimo termine: accelerare l’innovazione tecnologica e attrarre talenti internazionali.

Che Dubai abbia intrapreso una trasformazione ambiziosa per diventare un hub globale per l’intelligenza artificiale non è più una notizia. L’Emirato sta destinando da qualche tempo enormi risorse finanziarie e intellettuali per prepararsi all’era post-petrolifera, mirando a diventare una potenza nell’IA. Diverse iniziative, piani e investimenti stanno guidando questa evoluzione, posizionando Dubai all’avanguardia nell’innovazione tecnologica globale.

Un milione di promoter di IA: un programma senza precedenti

Una delle iniziative più ambiziose di Dubai è il programma One Million AI Prompters. Lanciato recentemente, questo progetto mira a formare un milione di persone sull’IA nei prossimi tre anni, la prima iniziativa del genere al mondo. L’obiettivo è sviluppare competenze in ingegneria dell’intelligenza artificiale, una disciplina che richiede la comprensione delle potenzialità e dei limiti dei modelli di IA e la capacità di sviluppare istruzioni precise per ottenere risultati desiderati in vari contesti.

Omar Al Olama, Ministro di Stato per l’IA, l’economia digitale e il remote working, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per preparare la forza lavoro del futuro e migliorare la qualità della vita attraverso l’IA. Al Olama è stato il primo al mondo a ricoprire il ruolo di Ministro di Stato per l’IA, riflettendo l’impegno degli Emirati Arabi Uniti (EAU) nel diventare leader globali nel settore.

Per promuovere ulteriormente l’Intelligenza Artificiale, Dubai ha ospitato il primo Campionato Mondiale di Ingegneria Generativa, attirando migliaia di partecipanti da oltre cento Paesi. Questo evento ha evidenziato l’ampia applicabilità dell’IA, con competizioni in categorie come la letteratura e l’arte, oltre alla codifica tradizionale.

Collaborazioni ed investimenti strategici

Gli Emirati Arabi Uniti stanno attirando l’interesse dei giganti della tecnologia globale come Microsoft, Google e IBM, che hanno partecipato al Campionato Mondiale di Ingegneria Generativa con workshop e supporto. Microsoft ha investito 1,5 miliardi di dollari in G42, una società leader nel settore dell’IA con sede negli EAU. Questo investimento rafforza ulteriormente la posizione degli Emirati come centro globale per l’IA, offrendo nuove opportunità di innovazione e crescita.

Un piano annuale per l’Intelligenza Artificiale

Dubai ha lanciato un piano annuale per l’IA, mirato a sfruttare il potenziale della tecnologia per migliorare la qualità della vita a livello globale. Questo piano prevede la nomina di un CEO per l’IA in ciascun ente governativo, la creazione di un incubatore IA e WEB3, e l’introduzione della Settimana dell’IA nelle scuole e università. Queste iniziative mirano a integrare l’IA nel sistema educativo, preparando gli studenti alle future esigenze del mercato.

Il piano include anche il lancio della Licenza Commerciale di Dubai per l’IA, destinata a sostenere lo sviluppo del settore attirando aziende e individui specializzati. Inoltre, verranno assegnati terreni per data center, contribuendo allo sviluppo di infrastrutture di prim’ordine a supporto della trasformazione digitale di Dubai.

Verso un futuro post-petrolifero

Gli Emirati Arabi Uniti, di cui Dubai è il più grande emirato insieme ad Abu Dhabi, stanno cercando di diversificare la loro economia per prepararsi all’era post-petrolifera. Entro il 2031, si prevede che il 40% del prodotto interno lordo degli EAU sarà generato dall’IA. A tal fine, stanno investendo miliardi di dollari, attirando scienziati e offrendo un sostegno massiccio alle start-up nel settore.

Il ruolo di Dubai come hub per l’IA è rafforzato da un ecosistema di innovazione che include l’Università di IA, fondata nel 2019, e il fondo sovrano Mubadala, che ha creato un fondo di IA da 100 miliardi di dollari. Questi elementi stanno creando un ambiente favorevole per lo sviluppo e l’adozione delle tecnologie IA.

Design Space AlUla è un centro di creatività e innovazione che celebra il design contemporaneo. La galleria ospita mostre, laboratori e residenze, promuovendo la collaborazione tra designer locali e internazionali.

La storica città di AlUla, situata nel nordovest dell’Arabia Saudita, ha ridefinito la sua identità culturale con l’apertura di Design Space AlUla, la prima galleria permanente dedicata al design nella regione. Inaugurato tra il 15 e il 17 febbraio di quest’anno durante l’AIUIa Arts Festival, questo spazio è un catalizzatore per idee innovative che plasmano il futuro di una delle città più antiche della penisola arabica.

Un centro multifunzionale nell’AlJadidah Arts District

Design Space AlUla è situato nel vivace AlJadidah Arts District e rappresenta un esempio di architettura contemporanea, con una struttura in acciaio corten, vetro e cemento levigato progettata dallo studio Giò Forma. L’edificio, ispirato ai tradizionali schermi frangivento della regione, offre una combinazione di spazi espositivi, laboratori, residenze e archivi. Questo design funzionale e innovativo permette una naturale ventilazione e illuminazione, creando un ambiente ideale per sviluppare creatività e collaborazione.

La mostra inaugurale “Mawrid: Celebrating Inspired Design”

La galleria ha inaugurato con la mostra Mawrid: Celebrating Inspired Design, curata da Sara Ghani, in cui sono stati presentati dieci progetti recenti che spaziano dal design all’architettura e alla pianificazione urbana. Tra questi, spicca il progetto Maraya, una struttura di 9.740 metri quadrati rivestita di specchi realizzata da Giò Forma Studio/Black Engineering, che riflette il paesaggio naturale di AlUla, fondendosi perfettamente con l’ambiente circostante. La mostra, in scena fino a giugno, è un tributo alla creatività ispirata dalle bellezze naturali e culturali di AlUla.

Un hub per la community del design

Design Space AlUla non è solo una galleria, ma un vero e proprio hub per la comunità del design. Sotto la direzione di Sara Ghani, il centro organizza mostre, laboratori e residenze che coinvolgono professionisti del design emergenti e affermati a livello regionale e internazionale. L’obiettivo è esplorare i principi del design e i processi creativi, ispirandosi al paesaggio unico di AlUla. La galleria mira a sottolineare l’importanza del design nella qualità della vita e nello sviluppo economico della regione, offrendo supporto e risorse alla comunità del design.

Un’altra iniziativa chiave del Design Space AlUla è l’AlUla Design Residency, un programma che ha visto cinque giovani designer o collettivi trascorrere due mesi intensivi ad AlUla. Durante questo periodo, hanno sviluppato progetti di ricerca ispirati dalle interazioni con le comunità locali e dal paesaggio unico della regione. Questi progetti riflettono una profonda comprensione del contesto locale e delle sue esigenze, grazie alla collaborazione con esperti locali come geologi, archeologi e botanici.

Design Space AlUla ha portato la sua visione alla Milano Design Week, occupando uno spazio nella centrale zona di Brera. La sede temporanea presso la Mediateca Santa Teresa ha ospitato un’installazione curata da CLOUD / Studio Sabine Marcelis, che ha presentato una serie di pezzi in edizione limitata ideati da designer sauditi e internazionali. Questa esposizione, intitolata Madrasat Addeera Editions, ha rappresentato una fusione tra il patrimonio locale e il design contemporaneo, utilizzando tecniche di fabbricazione all’avanguardia e materiali sostenibili.

Il futuro del design ad AlUla

Design Space AlUla si pone come un elemento centrale nella trasformazione di AlUla, contribuendo al progetto Vision 2030 dell’Arabia Saudita, che mira a diversificare l’economia del paese e promuovere il suo patrimonio culturale. La galleria è un esempio di come il design possa essere utilizzato per valorizzare le risorse locali, promuovere la sostenibilità e migliorare la qualità della vita. Attraverso iniziative come l’AlUla Design Residency e la partecipazione a eventi internazionali come la Milano Design Week, Design Space AlUla si impegna a celebrare la storia naturale di AlUla e a promuovere un futuro innovativo e sostenibile per la regione.

Come simbolo di una città in trasformazione, Design Space AlUla riflette la fusione tra tradizione e modernità, offrendo nuove prospettive sul futuro del design in Arabia Saudita e oltre.

“Treta”, cortometraggio italiano che utilizza l’intelligenza artificiale, vince all’AIFF di Dubai per regia e innovazione, rivoluzionando il connubio tra cinema e tecnologia.

Nell’ambito dell’Artificial Intelligence Film Festival (AIFF), tenutosi nella prestigiosa cornice di Expo City Dubai, si è distinto un cortometraggio italiano che ha riscosso un notevole successo, rivoluzionando la tradizionale percezione del cinema attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. “Treta”, firmato dal regista italiano Francesco Siro Brigiano, ha trionfato tra oltre 500 opere cinematografiche, provenienti da 89 diverse nazioni, conquistando sia il riconoscimento per la migliore regia che l’ambito premio AI Choice, assegnato direttamente dall’Intelligenza Artificiale.

Il corto, che narra le vicissitudini di un malvagio giullare considerato il ‘re’ delle tentazioni umane, è il frutto di due anni di studi approfonditi e ricerche nell’affascinante ambito dell’arte generativa da parte del suo creatore, Brigiano. Questo lavoro pone l’accento sull’importanza e sul potenziale delle nuove tecnologie nel campo artistico, evidenziando come l’IA possa non solo sollevare questioni critiche ma anche ampliare significativamente le possibilità espressive e narrative per gli artisti e i creatori di contenuti.

La presenza di giurati del calibro di Richard Taylor, vincitore di cinque Oscar per “Il Signore degli Anelli”, e Ben Grossmann, premiato con l’Oscar per i migliori effetti speciali in “Hugo Cabret” di Martin Scorsese, conferma l’alta qualità e l’innovazione rappresentate dal festival e dalle opere in concorso. L’AIFF si pone come punto di incontro e confronto per esperti del settore, interessati a esplorare e dibattere il potenziale dell’AI nel rafforzare la narrazione creativa e nell’arricchire la creatività umana, offrendo nuovi strumenti per la narrazione, l’editing e la creazione di personaggi.

Il successo di “Treta” all’AIFF non è solo un riconoscimento del talento e della visione di Brigiano ma sottolinea anche l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale nel cinema. Questa tecnologia, infatti, offre nuove opportunità per esplorare territori inesplorati della creatività umana, aprendo le porte a modalità espressive fino ad ora considerate impensabili.

L’AIFF di Dubai, con la sua enfasi sulla convergenza tra intelligenza artificiale e creatività cinematografica, si conferma come un evento all’avanguardia, promuovendo una visione progressista del cinema che abbraccia le tecnologie emergenti per esplorare nuove frontiere della narrazione visiva. In questo contesto, “Treta” emerge non solo come un’opera di successo ma come simbolo dell’evoluzione del cinema nell’era digitale, dimostrando come l’arte generativa e l’intelligenza artificiale possano arricchire e amplificare la voce e la visione dei creatori.

Ahmed Mater e Armin Linke catturano l’essenza del Futurismo Saudita nella loro innovativa mostra alla Biennale d’Arte di Diriyah, offrendo uno sguardo rivoluzionario sul futuro dell’Arabia Saudita attraverso l’obiettivo della fotografia e dell’esplorazione.

Nell’ambito della Biennale d’Arte Contemporanea di Diriyah, inaugurata il 20 febbraio 2024, gli artisti Ahmed Mater e Armin Linke hanno dato vita ad un’esplorazione visiva rivoluzionaria del futuro dell’Arabia Saudita. La mostra, che unisce fotografia, esplorazione e riflessione critica, si posiziona al cuore di uno degli eventi più avant-garde del Medio Oriente, tenutosi nella storica Diriyah, vicino Riyadh.

Quest’anno, l’evento si distingue per la sua installazione, che assomiglia a un labirinto semi-interattivo, frutto della sinergia tra Mater, medico diventato artista, e Linke, fotografo berlinese. Insieme, hanno viaggiato attraverso l’Arabia Saudita, documentando la convergenza tra il passato e il futuro del paese attraverso lenti artistiche e critiche.

La loro opera mette in scena una narrazione visiva che attraversa dal modernismo delle città alla significatività storica e scientifica di luoghi come Dhahran e Thuwal. Adottando un approccio fotografico dinamico e spontaneo, Mater e Linke hanno creato un dialogo visivo che sfida le percezioni tradizionali, blurrando i confini tra autore e osservatore.

Un aspetto unico della loro installazione è l’uso di fogli riflettenti su cui alcune immagini sono serigrafate, permettendo ai visitatori di vedersi letteralmente riflessi nelle proiezioni del futuro saudita. Questa scelta intenzionale gioca sulla dualità di visione e auto-riflessione, offrendo un’esperienza immersiva che interpella direttamente l’osservatore.

La Biennale, che proseguirà fino al 24 maggio 2024 nel distretto JAX di Diriyah, si annuncia come un appuntamento fondamentale per chi è interessato all’intersezione tra arte contemporanea e il futuro culturale e sociale dell’Arabia Saudita.

Il Culture Summit Abu Dhabi, con dibattiti, arte e innovazione, indaga l’interazione tra cultura e tempo, promuovendo soluzioni creative per una comprensione globale e armonia culturale.

Il Culture Summit Abu Dhabi ha inaugurato ieri la sua nuova edizione nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, presentando un’agenda densa di discorsi programmatici, conversazioni creative, dibattiti e performance artistiche. Centrato sul tema “Una questione di Tempo“, l’evento di tre giorni si propone di indagare l’influenza della cultura nella costruzione di memorie condivise e di sfidare la percezione convenzionale del tempo come sequenza lineare.

Ogni giorno, il programma del Summit seguirà un sottotema specifico per analizzare come la nostra relazione con il tempo stia evolvendo, esaminare le sfide che questa evoluzione rappresenta per il settore culturale e creativo, e fornire soluzioni mirate ed efficaci. L’agenda prevederà discorsi programmatici, sessioni plenarie, tavole rotonde, conversazioni con artisti, workshop su casi di studio,, performance culturali e una mostra d’arte visiva.

Mohamed Al-Mubarak, a capo del Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi (DCT Abu Dhabi), ha aperto il summit sottolineando l’importanza di riflettere sul tempo e sulla cultura. Ha messo in luce come il summit non si limiti a un confronto retorico, ma miri a identificare soluzioni concrete per affrontare le problematiche globali attraverso la cultura. Secondo Al-Mubarak, raggiungere un’intesa culturale globale è fondamentale per costruire un mondo basato sulla comprensione reciproca e sull’armonia.

Il summit vede la partecipazione di personalità influenti come il poeta e filosofo siriano Adonis, che ha offerto una prospettiva critica sui rischi dell’era tecnologica moderna. Adonis ha messo in guardia contro l’eccessiva dipendenza dalla tecnologia, sostenendo che, sebbene la tecnologia possa offrire strumenti utili, non dovrebbe sopraffare la nostra natura creativa e umana. Ha enfatizzato l’importanza di vivere in armonia con la propria creatività come fonte di innovazione continua.

I principali partner globali dell’evento includono l’UNESCO, Economist Impact, il Design Museum, Google, il Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation e la Recording Academy.

Organizzato dal DCT Abu Dhabi, il Culture Summit Abu Dhabi si conferma un evento chiave per professionisti e appassionati del settore culturale, offrendo una piattaforma internazionale per il dialogo, la scoperta e l’innovazione nel vasto campo della cultura. Con il suo impegno nel promuovere la comprensione e l’apprezzamento tra diverse culture, il summit si propone come un catalizzatore per il cambiamento positivo e la crescita culturale globale.

La Dubai Fashion Week si conclude oggi, segnando un’era nuova per la moda con un focus unico su sostenibilità e creatività, dove l’innovazione si fonde con la tradizione.

Nel cuore dell’opulenza di Dubai, la Dubai Fashion Week 2023 si è distinta non solo come un evento di glamour, ma come un manifesto vivente della sostenibilità nella moda. Concludendosi il 15 ottobre, l’evento ha segnato un punto di svolta, fondendo con maestria l’avanguardia dell’innovazione con il rispetto per le tradizioni e l’ambiente, posizionando Dubai come epicentro di un movimento che reinventa l’alta moda sotto l’egida della responsabilità ambientale.

Il palcoscenico di quest’anno ha visto brillare oltre 25 stilisti internazionali, provenienti da più di 12 nazioni, uniti da una visione comune: trasformare il settore della moda in un esempio di sostenibilità. L’apertura da parte della stilista Pipatchara, che ha utilizzato materiali riciclati per creare capolavori di alta moda, ha inviato un messaggio potente sull’importanza di riconsiderare ciò che tradizionalmente si considera scarto, rivelando la bellezza insita nella rigenerazione e nell’innovazione.

Jacob Abrian, fondatore e CEO del Consiglio della Moda Araba, ha sottolineato: “La sostenibilità è una nostra metrica fondamentale”, evidenziando l’impegno dell’evento a promuovere pratiche di moda etiche ed ecologiche. Questo approccio è ancor più significativo alla luce della prossima COP28, con gli Emirati Arabi Uniti pronti a ospitare la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, enfatizzando il ruolo chiave che Dubai intende giocare nel connubio tra moda e sostenibilità.

Marchi come The Giving Movement, Emergency Room e Mrs Keepa hanno dimostrato che la moda sostenibile rappresenta una necessità più che una tendenza, offrendo collezioni che sono al tempo stesso innovative e rispettose dell’ambiente. Anche icone della moda come Carolina Herrera e la presenza straordinaria di Naomi Campbell hanno arricchito l’evento, dimostrando che eleganza e responsabilità possono coesistere armoniosamente.

La Dubai Fashion Week 2023 va oltre la semplice presentazione di abiti e accessori; è un’appassionata dichiarazione di intenti per un futuro della moda che sia luminoso quanto sostenibile. Con gli occhi del mondo rivolti verso la COP28 e oltre, Dubai ha già iniziato a delineare il percorso verso un domani in cui moda e sostenibilità si fondono in un legame indissolubile, ribadendo il suo ruolo di pioniere in un’industria in rapida evoluzione.

La disputa tra Marocco e Algeria sull’origine del caftano, abito tradizionale. L’Algeria ha sottoposto un dossier all’ONU per il riconoscimento del caftano come patrimonio culturale, che include un’immagine del caftano marocchino, causando l’indignazione del Marocco e l’avvio di una petizione online contro l’uso improprio dell’immagine.

L’escalation culturale tra Marocco e Algeria si sta intensificando, con una controversia riguardante l’identità del tradizionale caftano, un abito femminile ricamato a fili d’oro, spesso indossato durante occasioni speciali. Questo indumento, ricco di storia e di tradizioni, è al centro di un conflitto per il riconoscimento come patrimonio culturale.

Il caftano, la cui origine viene rivendicata da entrambi i paesi, è attualmente oggetto di una disputa davanti all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). L’Algeria ha presentato un dossier all’ONU per ottenere il riconoscimento del caftano come patrimonio culturale. Tuttavia, si è scoperto che il dossier contiene l’immagine del caftano marocchino, che ha le sue radici a Fes, in Marocco.

Questa situazione ha scatenato l’indignazione del Regno di Mohammed VI, che ha accusato l’Algeria di usurpazione. La notizia della controversia ha iniziato a circolare grazie all’account Twitter Radio Fanida, noto per promuovere la cultura marocchina. Questo incidente è diventato rapidamente il tema del giorno sui social media maghrebini, alimentando discussioni sulla competenza e l’integrità di chi ha preparato il dossier.

Gli esperti di broderie sostengono che il caftano e il broccato di Fes provengono dalla tradizione ebraico-marocchina. Questi elementi del patrimonio culturale marocchino sono stati registrati presso l’UNESCO a nome del Marocco già dal 2022. Tuttavia, l’Algeria sostiene che la tradizione del caftano sia nata nel paese come derivazione della cultura ottomana e che solo nel XIX secolo, dopo molte modifiche di stile, questa tecnica di creazione degli abiti sia stata trasferita a Fes da artigiani algerini in fuga dalla colonizzazione francese.

La verità rimane incerta. Il Marocco ha ufficialmente presentato il dossier del caftano all’ONU due mesi fa, mirando a un riconoscimento nel 2025, in linea con il rigoroso protocollo UNESCO che prevede una proposta ogni due anni.

Nel frattempo, è stata lanciata una petizione online per protestare contro l’uso improprio dell’immagine del “caftano della città di Fes” nel dossier del patrimonio algerino all’UNESCO.

Il contenzioso tra Marocco e Algeria, che va oltre il caftano e include il couscous mediterraneo e lo zellije, il tradizionale mosaico marocchino, mette in luce l’intreccio complesso delle identità culturali nella regione del Maghreb. La storia non è mai semplice e le questioni di patrimonio e identità possono diventare terreno di battaglia per le rivalità nazionali.

L’artigianato marocchino, con i suoi motivi affascinanti e le sue tradizioni millenarie, è la fonte d’ispirazione dell’ultima collezione di Romeo Couture. Con un occhio attento alla ricchezza del patrimonio culturale del Marocco, Romeo Couture ha creato capi unici che celebrano e rendono omaggio a queste meraviglie.

I motivi del mosaico, con i loro intricati disegni geometrici, si fondono armoniosamente con lo zellige, una forma di decorazione a mosaico tradizionale. I tappeti berberi, con la loro maestria tessile e i colori vibranti, hanno ispirato texture e pattern unici. I gioielli tradizionali indossati dalle spose marocchine, con la loro eleganza e raffinatezza, hanno influito sulla scelta di materiali pregiati e dettagli ornamentali.

Ma Romeo Couture va oltre il semplice omaggio all’artigianato marocchino: desidera ribadire il valore e l’importanza di queste creazioni come un autentico tesoro nazionale. L’artigianato marocchino rappresenta un’eccellenza unica, un sapere fare che va preservato e valorizzato. Romeo Couture vuole sottolineare che queste meraviglie non dovrebbero mai essere banalizzate, ma considerate come opere d’arte in sé, testimoni di una tradizione millenaria.

La nuova collezione è un inno all’artigianato e all’abilità manuale. Ricami intricati, lavorazioni di taasabmaalem e sfifa, tutte queste tecniche realizzate con cura dalle abili mani dei maestri artigiani, trasformano i capi di abbigliamento in autentiche opere d’arte, un simbolo tangibile del patrimonio culturale e dell’identità del Marocco.

La maison Romeo Couture si dice un’ammiratrice della femminilità e della grazia che il kaftan conferisce alle donne. Attraverso il suo lavoro, intende esaltare la bellezza e l’eleganza femminile, facendo sì che ogni donna si senta speciale e valorizzata indossando i suoi capi. La casa di moda trae ispirazione quotidiana da ciò che lo circonda e ha trovato nell’artigianato marocchino e nella donna stessa l’essenza perfetta per questa nuova collezione.

La collezione di Romeo Couture è, dunque, molto più di una semplice esposizione di moda. È un tributo all’artigianato marocchino e alla ricca eredità culturale del paese. Ogni capo racconta una storia, una tradizione tramandata di generazione in generazione, un connubio perfetto tra l’abilità artigianale e la bellezza femminile, che si elevano a vere e proprie opere d’arte da ammirare e indossare con orgoglio.

Imaan Hammam incanta nella nuova campagna globale di Tiffany & Co., accanto a Tyshawn Jones. Un incontro tra eleganza e innovazione, simbolo di legami indissolubili.

La modella olandese di ascendenza marocchina ed egiziana, Imaan Hammam, continua a lasciare il segno nel mondo della moda internazionale, questa volta come volto della nuova campagna globale di Tiffany & Co. Insieme allo skateboarder americano Tyshawn Jones, Hammam illumina lo schermo nell’ultimo video promozionale dedicato alla collezione “Lock” del prestigioso marchio di gioielli statunitense. Questa collaborazione segna un altro capitolo significativo nella carriera in rapida ascesa di Hammam, consolidando il suo status di top model di fama mondiale.

La carriera di Hammam è un percorso costellato di successi e riconoscimenti. Solo la settimana scorsa, ha fatto parlare di sé come protagonista della nuova campagna della designer di calzature Amina Muaddi, una talentuosa creatrice di origini giordano-rumene che è cresciuta in Italia. La campagna, immortalata dall’obiettivo del fotografo Dexter Navy e curata dallo stylist Jahleel Weaver, noto per essere consulente creativo di Rihanna, ha portato la troupe creativa fino al Cairo. Lì, Muaddi ha voluto rendere omaggio alle sue radici, esplorando e reinterpretando il concetto di femminilità nel contesto odierno.

Imaan Hammam si è affermata come una delle modelle più ricercate del momento. Scoperta nella sua adolescenza alla Centraal Station di Amsterdam, Hammam ha debuttato sulle passerelle internazionali nel 2013, camminando per Jean Paul Gaultier nella sua collezione couture. Da quel momento, la sua carriera ha preso il volo, con apparizioni per alcuni dei più grandi nomi della moda, tra cui Burberry, Fendi, Prada, Marc Jacobs, Moschino, Balenciaga, e Carolina Herrera, per citarne solo alcuni.

Non solo ha calcato le passerelle per i giganti dell’alta moda, ma è diventata anche un volto familiare sulle copertine di prestigiose pubblicazioni come Vogue e V Magazine, e protagonista di campagne internazionali per brand di alto profilo quali DKNY, Celine, Chanel, Versace, Givenchy, e Giorgio Armani. La sua poliedrica bellezza e il suo carisma le hanno permesso di attraversare con successo i confini della moda, diventando una musa ispiratrice per fotografi, stilisti e designer di tutto il mondo.

La collaborazione con Tiffany & Co. non fa che rafforzare il ruolo di Imaan Hammam come icona di stile e bellezza nel panorama della moda globale. La nuova campagna “Lock” riflette un mix di eleganza senza tempo e spirito contemporaneo, caratteristiche che Hammam incarna perfettamente. La sua capacità di trasmettere forza e delicatezza allo stesso tempo ne fa l’interprete ideale per presentare questa collezione all’avanguardia, progettata per simboleggiare legami indissolubili.

Imaan Hammam rappresenta una nuova generazione di modelle che non solo camminano sulle passerelle ma influenzano attivamente la cultura della moda e della bellezza, sottolineando l’importanza della diversità e dell’inclusività. Con ogni nuova campagna, sfilata e copertina, continua a definire e ridefinire cosa significhi essere una top model nel ventunesimo secolo, lasciando un’impronta indelebile nel mondo della moda.

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