Rami Al Ali entra nella storia diventando il primo stilista siriano alla Paris Haute Couture Week. La sua collezione celebra l’artigianalità e il patrimonio culturale della Siria con un’eleganza contemporanea.
Rami Al Ali, celebre stilista siriano, segna un traguardo storico diventando il primo designer della Siria a essere incluso nel calendario ufficiale della Paris Haute Couture Week, sotto l’egida della Fédération de la Haute Couture et de la Mode. Questo riconoscimento ufficiale premia una carriera costruita tra coerenza creativa, artigianalità raffinata e un forte legame con il patrimonio culturale arabo.

Sebbene Rami Al Ali presentasse già da anni le sue collezioni a Parigi in modo indipendente, l’ingresso nel programma ufficiale segna una svolta nella sua carriera, posizionandolo accanto ai grandi nomi dell’haute couture internazionale. Il traguardo arriva in un momento delicato per la Siria, che sta vivendo una fase di transizione politica.
La nuova collezione couture Autunno-Inverno 2025 si intitola Guardian of Light ed è un omaggio sofisticato all’artigianato e all’identità siriani. Le creazioni non riproducono letteralmente i codici estetici tradizionali, ma li reinterpretano in chiave moderna attraverso silhouette scultoree, texture ricercate e dettagli simbolici. Tra i pezzi più iconici si distingue un abito da sera oro opaco con fili intrecciati che ricordano l’intarsio in legno e una frangia fluida simile a oro liquido, insieme a un modello in crêpe avorio decorato con motivi cuciti a mano, frutto di oltre 300 ore di lavorazione.
Nato a Deir ez-Zor, Rami Al Ali ha studiato moda a Damasco prima di trasferirsi a Dubai, dove ha fondato il suo marchio nel 2001. Dopo anni di lavoro tra Medio Oriente ed Europa, vestendo celebrità come Helen Mirren e Beyoncé, lo stilista ha costruito una reputazione solida, fondata sull’eccellenza sartoriale e sulla narrazione culturale.
Parallelamente al suo impegno nel mondo della moda, Rami Al Ali ha sostenuto l’arte e la cultura siriana anche durante i lunghi anni della guerra civile, con progetti benefici come Ard Dyar. Il suo lavoro oggi rappresenta un ponte tra la tradizione mediorientale e i codici contemporanei della couture, portando la Siria su un nuovo palcoscenico internazionale.
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